"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -
L’associazione "Oltre l’Orizzonte – per la promozione del benessere psichico" è nata il 29 luglio 1999. Il nome e il logo rappresentano il salto culturale auspicato per galoppare oltre la paura, l'indifferenza, l'ignoranza e la ghettizzazione verso il riconoscimento dei diritti di piena cittadinanza delle persone affette da disturbi psichici e per la loro inclusione sociale. L'associazione è composta da persone con disagio psichico, da familiari e da simpatizzanti che desiderano recuperare il valore genuino dei rapporti interpersonali.
Questa canzone é il frutto di un progetto che ha visto come protagonista il gruppo dei Ragazzi del Venerdì.
Nel 2019, guidati da Rita Gualtierotti e da Sascha Papini (che ha dato voce e musica al testo), tutti i componenti del gruppo hanno contribuito all' intero processo di creazione, dalla composizione alla scelta del titolo.
La fase iniziale del progetto é consistita nel proporre ognuno quella che sentiva come la propria canzone, che raccontasse una parte di sé. Qualcuno ha scelto una canzone perché si sintonizzava con lo stato d' animo del momento o perché associato a ricordi o a un messaggio in cui si riconosce. La musica , le canzoni, fanno infatti risuonare in noi emozioni, pensieri, vissuti. C'è chi ha fatto riferimento alla malattia, alla difficoltà o allo stigma di cui si sente oggetto, perché questo fa parte della vita di qualcuno di loro. Sono aspetti che non possono non emergere. Ma l' attenzione é stata rivolta alla persona per le sue altre qualità , per ciò che di sé ognuno riconosceva nelle canzoni.
Dopo l' ascolto e la condivisione della scelta di ognuno, successivamente ad un confronto su quanto emergeva, si é passati alla raccolta delle parole con cui comporre la canzone.
Hanno reso possibile questo bel risultato l' esperienza e la sensibilità di Rita e Sascha, ma anche la partecipazione attiva del gruppo stesso, che ha permesso questo scambio di emozioni e l' ascolto reciproco. Le persone che ne fanno parte sono state capaci di accogliere, di ascoltare gli altri, di condividere e stare nella relazione anche quando venivano proposti dagli altri aspetti scomodi e non sempre facili da sostenere.
Il progetto si é sviluppato nel contesto dell' attività di socializzazione e non sono mancati momenti di risate, ironia, di leggerezza, che hanno comunque accompagnato il piacere di sentire che si stava facendo qualcosa di significativo per sé.
Buon ascolto!
Lunedi 20 dicembre la nostra presidente Kira Pellegrini interverrà alla presentazione del libro "L'altalena di cristallo" di Francesca Monfardini. Un libro che parla di un viaggio della protagonista alla scoperta di sé stessa, cercando di raggiungere la libertà in un contesto di persone che continuano a definirla diversa.
La presentazione si terrà alle 17:30 presso la Sala Consiliare di Montecatini Terme.
Dall'apertura di “Pistoia Ti Ascolto” abbiamo incontrato molte persone, tra queste un numero considerevole di giovani. Abbiamo avuto la conferma che non sempre è facile chiedere aiuto quando il malessere riguarda la sfera psicologica. Di conseguenza può accadere che un certo tipo di bisogni non venga accolto e si corre il rischio di sentirsi soli ad affrontare una difficoltà o specifiche situazioni che debilitano e limitano la propria vita.
Oltre l'orizzonte vuole continuare a fornire a chi lo richiede un sostegno nella cura di sé e nell’ orientarsi verso una strada per un maggior benessere. Perciò manterrà attivo questo canale di comunicazione con i cittadini pistoiesi, in linea con l'impegno che porta avanti da anni a sostegno e tutela delle persone con disagio psichico e dei loro familiari.
Da novembre è di nuovo possibile contattarci chiamando il numero 348 4813961 ogni giovedì dalle 16 alle 18 o scrivendo a .
A fronte di 58 richieste di contatto, avvenute tramite telefonata diretta, email o tramite social networks, le persone con cui vi sono stati incontri o contatti successivi al primo sono state 24.
L’ età media è di 36 anni. Un considerevole numero di richieste é provenuta da ragazzi o giovani adulti. La maggioranza di sesso femminile.
La tipologia di problematiche riportate sono state per la maggior parte inerenti l 'ambito psichico o familiare,in linea con l’ utenza a cui il progetto e la relativa comunicazione pubblicitaria era rivolto. Spesso in risposta a situazioni divenute insostenibili senza un sostegno esterno, quindi legate a un momento di emergenza.
Si è cercato di garantire ad ogni persona un collegamento alle possibili alternative per proseguire nella presain carico della propria problematica, con attenzione alla unicità e specificità di ogni situazione.
Per la maggior parte si tratta di persone motivate e consapevoli di dover affrontare certi aspetti della propria vita o una situazione divenuta problematica, ma limitati nel chiedere un aiuto da una mancata informazione o da una carenza di aiuto a livello familiare o sociale, che non favorisce l' ascolto dei bisogni.
L’ aver avuto un iniziale sostegno e un rinforzo a proseguire in un percorso di cura di sé si ritiene abbia avuto una positiva influenza su queste persone. L’ utenza più giovane , in particolare, ha mostrato nella maggior parte delle volte di trarre giovamento dal poter parlare apertamente della situazione o del malessere riportatoe nella lettura di esso in una prospettiva costruttiva e volta alla prevenzione di una cronicizzazione o evoluzione del malessere.
Il breve periodo di sperimentazione ha quindi permesso di raccogliere un campione relativo al genere di aiuto richiesto che, seppur piccolo, fornisce una informazione su quelli che possono essere i bisogni più frequenti in questo momento e i motivi per cui si fatica a chiedere aiuto ai servizi dedicati alla salute mentale.
Si ritiene possa essere utile proseguire questa azione anche per permettere alla associazione di modulare nel modo più adeguato le modalità per accogliere i bisogni evidenziati e fornire una risposta ad essi.
Serena Petrocelli
Resoconto della campagna. Guarda il video e condividilo sui social! Il tuo aiuto è prezioso. Grazie!
In questa nuova puntata di Pistoia (h)a voce, Elena Trallori e Silvia Giovannelli dialogano con Kira Pellegrini, presidente dell’associazione di volontariato Oltre l’Orizzonte. Kira mostra gli obiettivi dell’associazione come il punto di incontro per costruire il futuro delle persone affette da disturbi psichici, per creare una società di inclusione, in cui nessuno viene lasciato indietro. Un’occasione per parlare dell’importanza dell’ascolto e della condivisione.
La cura del dolore nel campo della Salute Mentale pubblica è in crisi. Il dominio del modello biomedico l’ha inaridita. L’approccio puramente farmacologico alla “sofferenza mentale” e, tendenzialmente, a tutte le problematiche esistenziali, appiattisce sulla biologia i nostri desideri, sentimenti, pensieri e azioni, facendo leva su un obsoleto determinismo naturalistico. Esso ha creduto di potersi accreditare scientificamente a forza di “evidenze”, costruite a sua immagine e somiglianza, ma l’aver perso di vista l’esperienza soggettiva l’ha condotto a risultati deludenti. Ci sono state tante ricerche, investite grandi risorse finanziarie, sono stati pubblicati molti articoli, ma non sono stati ridotti i suicidi, i ricoveri e non sono stati migliorati gli esiti di guarigione delle persone con problemi di salute mentale.
Il modello biomedico ha trovato sostegno nei media, nell’insegnamento universitario, in gran parte dei servizi di Salute Mentale e ha contagiato settori della psicologia. Si è capovolta progressivamente la prospettiva, faticosamente conquistata, dell’umanizzazione della cura psichiatrica e si è registrato un ritorno prepotente alla logica dell’“istituzione totale” rivisitata: la reclusione delle persone sofferenti in esistenze diagnostiche costruite in funzione di trattamenti farmacologici disinvolti. Le ricerche scientifiche che mostrano l’uso eccessivo, inappropriato dei farmaci, che soffoca insieme ai sintomi anche la persona, e indicano la possibilità concreta di un loro uso pensato, accurato, sono ignorate.
La psichiatria dissociata dalla psicoanalisi/psicologia dinamica, dalla pratica psicoterapeutica, dalla fenomenologia, dalla psichiatria sociale e relazionale si è impoverita e rischia di ridursi in mestiere tecnico di contenimento/sedazione delle emozioni, fatto da psichiatri che pensano e agiscono secondo algoritmi. La relazione terapeutica si è chiusa nel rapporto assistenziale a senso unico tra curanti e curati, invece di costituirsi nell’ambito della reciprocità, dello scambio affettivo e mentale tra pari. L’attuale stato delle cose favorisce la spersonalizzazione dei vissuti sia degli operatori sia delle persone sofferenti. E tende a creare un clima depressivo, emotivamente povero, negli spazi della cura. La riforma Basaglia, che ha ridato dignità di cittadinanza e diritto alla soggettivazione della propria vita al “paziente psichiatrico” (sino ad allora non considerato entità giuridica e politica), è sotto attacco, nonostante le dimostrazioni di qualità provenienti da quei servizi che ne hanno applicato lo spirito in modo innovativo. È tempo che tutte le forze riformatrici che considerano il pensiero e la prassi della cura psichica pubblica come strumenti critici di costruzione solidale e democratica della vita cittadina si uniscano per opporsi alla controriforma in atto. Per costruire un approccio al dolore psichico fondato sul dialogo tra saperi che si confrontano tra di loro in modo paritario.
Lavorare insieme, unire saperi ed esperienze in un approccio multidisciplinare, ha rappresentato, nei momenti migliori, l’elemento portante dei dispositivi di cura. Questa eredità tradita deve essere recuperata.
A partire dalla valorizzazione del lavoro dell’équipe territoriale, fulcro dell’intero sistema della Salute Mentale e luogo in cui integrano tra di loro i diversi approcci alla cura:
condivise di significazione dell’esperienza che creano un senso di identità aperto alla
differenza, all’alterità, non chiuso in sé stesso.
È fuorviante e profondamente dannoso per la salute psichica dell’intera comunità che la cura della sofferenza grave sia orientata e definita da coloro che lavorano in laboratorio, sulla base di schemi diagnostici “obiettivi” prodotti da una compulsione tassonomica che nulla aggiunge al sapere prognostico, senza entrare mai in contatto con le persone sofferenti, senza conoscere i loro desideri, le loro emozioni, i loro pensieri travagliati, senza sentire il loro respiro, senza incrociare il loro sguardo. Le espressioni bizzarre, tormentate, incoerenti di una psiche lacerata se da una parte sono manifestazione di una sottostante angoscia destrutturante, che deve pur trovare tregua, sollievo, dall’altra sono l’unica forma con cui la persona sofferente si tiene viva e comunicante. La loro soppressione attraverso un abuso di cure farmacologiche, fa rientrare dalla finestra ciò che si pensava essere stato accompagnato alla porta: la logica manicomiale, la cancellazione violenta di identità, di esistenze umane.
L’approccio puramente quantitativo alla terapia del dolore psichico - la sua sedazione che mira soprattutto a renderla invisibile - ha portato allo sviluppo di un dolore sordo che svuota il senso dell’esistenza, diffondendosi ben al di là dei confini della sofferenza “psichiatrica” conclamata. Le soluzioni anestetiche non riguardano solo coloro che patiscono una sofferenza psichica grave, ma affliggono chiunque nelle varie fasi della sua vita incontri difficoltà, incertezze, vacillamenti, crisi esistenziali. Persone giovani o adulte che hanno un’alta probabilità di essere ridotte a un’etichetta diagnostica con cui saranno portate ad identificarsi e con cui saranno identificate.
Il progetto mistificante di una società senza dolore che passivizza i cittadini, sia deprimendoli sia spingendoli verso la scarica impulsiva/compulsiva delle loro emozioni, ha creato storicamente un
terreno favorevole al totalitarismo. Ribellarsi all’equiparazione tra la persona e la sua biologia è una questione di civiltà. Contrastare la standardizzazione, l’omologazione dei comportamenti e la sottomissione della nostra concezione della vita al tecnicismo dilagante, è affermare la democrazia
Angelo Barbato Istituto Mario Negri Milano
Antonello D’Elia Presidente di Psichiatria Democratica
Pierluigi Politi Ordinario di Psichiatria Università di Pavia
Fabrizio Starace Presidente Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica Sarantis Thanopulos Presidente della Società Psicoanalitica Italiana
A causa del covid-19 l'associazione Oltre l'Orizzonte ha dovuto sospendere l'attività di socializzazione "I ragazzi del venerdì" con i relativi progetti ma sono ricominciati gli incontri individuali. Ribadiamo che ai soci e ai frequentatori del venerdì l'associazione offre da 1 a tre incontri gratuiti con la psicoterapeuta Serena Petrocelli. La presidente Kira Pellegrini riceverà su appuntamento i soci e chiunque cerchi informazioni o abbia quesiti da porre riguardo ai servizi per la salute mentale. Contattare via email a o per cellulare.
Appunti per Ricominciamo: Conferenza Salute mentale - 30 maggio 2020
Criticità: Cronicizzazione nei servizi per la salute mentale. Devono essere esplicitamente e fattivamente trasformati per promuovere l'emancipazione delle persone, escludendo ogni forma di paternalismo che caratterizza l'impostazione attuale.
Attenzione alla eccessiva prescrizione degli psicofarmaci e ai loro effetti collaterali.
A livello nazionale:
Aggiornamento di vecchie leggi. Rivedere tutte le leggi che trattano la disabilità psichica in tutti i campi
Esempio:
Il lavoro:
L'amministrazione di sostegno: la legge per favorire l'autonomia è diventata uno strumento per prevaricare la persona e escluderla dal proprio progetto di vita.
La privacy: nella pratica quotidiana è usata per escludere familiari e per non fare corretta informazione sui farmaci, favorisce l'impostazione paternalistica
A livello regionale: Manca la visione d'insieme. Necessari accordi più stringenti nella conferenza stato-regioni: Potenziare il numero degli psicologi, favorire i percorsi di autonomia (abitare, lavoro ), limitando la possibilità di ricorso a strutture cronicizzanti, costruzione di reti territoriali per l'inclusione sociale, costruire spazi per la socializzazione, l'auto-aiuto).
Rivedere i criteri per la verifica dei servizi che attualmente sono quasi esclusivamente sanitari. Collegamento università-territorio con tirocini e stage. Formazione degli operatori: impostazione dei servizi basata sull'empowerment, lavoro in equipe e verifica di efficacia.
(caratteri 1988)