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Oltre l'Orizzonte

Associazione per la promozione del benessere psichico

"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -

L’associazione "Oltre l’Orizzonte – per la promozione del benessere psichico" è nata il 29 luglio 1999. Il nome e il logo rappresentano il salto culturale auspicato per galoppare oltre la paura, l'indifferenza, l'ignoranza e la ghettizzazione verso il riconoscimento dei diritti di piena cittadinanza delle persone affette da disturbi psichici e per la loro inclusione sociale. L'associazione è composta da persone con disagio psichico, da familiari e da simpatizzanti che desiderano recuperare il valore genuino dei rapporti interpersonali.

Come consultare al meglio il nostro sito

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Leggi il Manifesto della salute mentale
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Consulta la sezione "perché informarsi"
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Consulta la sezione "Come approcciarsi"
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Progetto "Scrivere sé stessi"

Pubblicato il 6 Ottobre 2016

A dicembre 2015 l'associazione Oltre l'Orizzonte ha presentato il progetto "Scrivere sé stessi" che ha consistito nella scrittura della propria autobiografia da parte di 9 persone con disturbi psichici con la consulenza di Rita Gualtierotti, esperta della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari.

Su Youtube troverete le registrazioni dei momenti salienti delle due giornate di presentazione al pubblico: i libri, la lettura di un brano della propria autobiografia da parte degli autori, la metodologia e il rapporto relazionale creato raccontato dalla prof. Gualtierotti, la spiegazione del lavoro di editing per la stampa fatto dalla volontaria Daniela Papini. Le altre registrazioni riportano i contributi dello psichiatra G. Tibaldi e dello Psicoperapeuta Andrea Bonacchi, esperti di scrittura autobiografica come strumento riabilitativo e la testimonianza del concittadino Fiorenzo Gori sulle strategie da mettere in atto per non soccombere alla malattia. Le ultime due registrazioni contengono una riflessione sul progetto da parte degli amministratori locali, dott. D'Anza e dott. Mannelli.

CLICCA QUI PER VEDERE I VIDEO DIRETTAMENTE SU YOUTUBE

Presso l'associazione (Via Macallè,19 –51100 Pistoia)  è possibile avere sia la documentazione cartacea del progetto che il dvd.

- Kira Pellegrini, presidente di Oltre l'Orizzonte, associazione onlus per la promozione del benessere psichico

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Perché l’associazione Oltre l’Orizzonte non partecipa alla festa del volontariato il 14 luglio in Piazza dello Spirito Santo

Pubblicato il 14 Luglio 2016

Non partecipiamo alla festa del volontariato perché siamo stanchi di passerelle e di promesse. L’anno scorso la firma solenne del patto territoriale per la salute mentale fra la società della salute pistoiese e le associazioni del settore ci aveva fatto sperare in azioni concrete, condivise e compartecipate che portassero a un cambiamento migliorativo nell’approccio terapeutico in questo campo. Invece tutto si è arenato: gli psichiatri non si sono adoperati per attivarlo e continuano a enfatizzare la funzione dei farmaci rispetto agli altri strumenti riabilitativi; il piano triennale della provincia per l’occupazione dei disabili psichici si è rivelata una semplice dichiarazione di intenti, con proposte superate e provatamente inefficaci che serviranno semplicemente a foraggiare l’agenzia formativa che ha vinto il progetto. Sono scomparsi lo sportello informativo e la commissione interistituzionale per l’amministrazione di sostegno che tanto avevano fatto per aiutare utenti e familiari a mediare con i servizi e con il giudice tutelare. Per il rinnovo della patente di guida, di solito non concesso per più di un anno ai sofferenti psichici della nostra città, è aumentata la burocrazia, così come sono aumentati i costi, che gravano sulle famiglie visto che la maggior parte di queste persone non ha un lavoro.
Troppe cose ci inquietano e ci preoccupano, dopo quasi vent’anni di incessante impegno. Siamo stati sempre sicuri che si sarebbe potuto fare qualcosa per migliorare, ora siamo stanchi e sfiduciati. Auguriamo ai nostri colleghi che sia una bella festa.

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Visita alla Casa di Gello

Pubblicato il 26 Giugno 2016

Ad aprile 2016 un piccolo gruppo de “I ragazzi del venerdì” si è recato alla “Casa di Gello” nella quale l'associazione Agrabah gestisce un centro diurno per autistici adulti. Scopo della visita era un incontro con Edoardo Salvi, l’artista che ha arricchito la casa con molti dipinti pensati e realizzati specificamente per questo luogo e per le persone che ospita.
Salvi è caro alla nostra associazione perchè fin dalla nostra nascita ha sempre risposto ai nostri appelli con proposte creative che toccano il profondo dei sentimenti. In questo incontro l'artista non ha voluto parlare di sé e del proprio lavoro ma ha messo l'accento su che cosa l'ha ispirato a quelle realizzazioni. Innanzitutto ha dato importanza ai colori forti come per richiamare alla vita emozioni sopite in persone che non riescono a esprimerle.
Nel quadro che Salvi ci ha presentato come "Chiamalo sonno" nella grande sala polivalente, le figure sono immobili, chiuse in se stesse come dormienti, in attesa di risvegliarsi alla vita. Sembrano pronte a farlo per la forza che il colore conferisce loro.

Visita alla Casa di Gello 2.doc

Passare subito all’altro dipinto di grandi dimensioni, "Risveglio", posto a  pendant del precedente, ha suscitato vivo interesse: la vita imprigionata nelle pietre si risveglia, il colore predominante è l'azzurro e il coniglio rosso, completamente a suo agio, si alimenta, promettendo una vita serena di partecipazione.

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La visita è continuata e la visione delle opere è stata libera, non c'era bisogno di molte spiegazioni per godere della magìa, di colori, forme, personaggi e paesaggi. Saranno altri i momenti per approfondimenti tematici e simbolici. Si consiglia anche il catalogo, edito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia,nel quale sono riprodotti tutti dipinti unitamente ad uno scritto firmato da Tristano Ilari a cura di Edoardo Salvi.

Salvi

L'incontro è stato memorabile per l'aspetto artistico ma anche per quello che riguarda l'offerta riabilitativa del centro. Abbiamo incontrato il presidente e la vice presidente di Agrabah, due genitori che hanno voluto la Casa di Gello e che la gestiscono con dedizione, e alcuni operatori. Ci hanno colpito i grandi spazi accoglienti, il giardino e l'orto dove gli ospiti vengono impegnati in un'attività lavorativa. Un bell'esempio di come progetti integrati di pubblico e privato possano rispondere in modo intelligente e innovativo alla domanda di presa in carico disabilità anche molto gravi.

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maggio 2016 Incontri sul progetto personalizzato

Pubblicato il 10 Maggio 2016

Incontri di approfondimento

Il progetto individuale personalizzato:

la persona al centro del proprio percorso

(di mercoledì al villino Il Perseo,  Viale Petrocchi 181 - ore 16.30 -18.30)

 11 maggio 2016

- La normativa regionale

- Innovazione del percorso    riabilitativo

- La guarigione sociale

18 maggio 2016

- Fra modulo cartaceo e progetto di vita 

- Esercitazione: gli obiettivi a  breve, a medio e a lungo termine

 25 maggio 2016

-Il ruolo dei vari attori del  progetto

(la persona, i familiari, i servizi, l’amministratore di sostegno, la rete sociale)  

1 giugno 2016

-Le verifiche del progetto

                     Discussione generale

 

La partecipazione è gratuita per utenti e familiari

Per l’iscrizione o per informazioni telefonare a Kira Pellegrini (328 9081569) 

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12 gennaio 2016 - Profilo di Salute

Pubblicato il 20 Gennaio 2016

Nella Sala Maggiore del Palazzo comunale é stata  presentata la

Sintesi dei lavori condotti dai focus group tematici

Con i presenti è stato discusso il profilo di salute della zona Pistoiese

Temi affrontati:

 Immigrazione e salute

Solitudini che attraversano le nostre città e i nostri paesi

Malattie infettive e malattie riemergenti

Cronicità

Disabilità

Salute mentale

Malattia di Alzheimer

Percorso oncologico: assistenza extra-ospedaliera

Dopo le presentazioni delle sintesi è stata infatti aperta la

discussione

a cittadini, amministratori, operatori servizi, associazioni

Ha tratto le conclusioni il Presidente della SdS, Samuele Bertinelli

La presidente dell'associazione Oltre l'Orizzonte ha letto un documento che sintetizza la situazione dei servizi di Salute Mentale e le richieste dell'associazioneprofilo di salute 12 gennaio 2016

Profilo di salute _ Focus Salute Mentale _Pistoia, 12 gennaio 2016

Come portavoce del gruppo sulla salute mentale chiedo a tutti voi di tenere sempre presente che:

NON C’È SALUTE SENZA SALUTE MENTALE

Il gruppo di lavoro

La partecipazione al gruppo di lavoro è stata costante e talvolta piuttosto animata da parte delle associazioni. La presenza sanitaria è stata saltuaria e i servizi ASL si sono posti in una situazione principalmente di ascolto. Gli incontri sono stati tre arricchiti anche da riflessioni inviate via internet e puntualmente inserite da parte dei due facilitatori.

 

Metodologia

Si è partiti dalla narrazioni di storie e situazioni anche drammatiche per arrivare ad una discussione più sistematica sui bisogni suddivisi per aree tematiche (Salute mentale Infanzia-adolescenza, Salute Mentale Adulti, Dipendenze). Gli aspetti socio-sanitari sono molto intersecati, spesso “inscindibili” fra loro ma per approfondire la discussione sono stati analizzati separatamente.

 

Relazione

La relazione che leggerò non è quella preparata dalla coordinatrice del gruppo non per contestazione nei confronti della facilitatrice del gruppo, alla quale confermo la mia stima ma perchè nelle due settimane intercorse fra l'incarico di fare il portavoce e oggi sono accaduti fatti molto gravi che mi hanno fatto optare per un taglio diverso alla relazione. Tuttavia sono sicura di riportare fedelmente i contenuti emersi nel corso dei tre incontri. Comunque troverete tutto sulla documentazione presentata per intero alla società della salute.

 

La relazione ufficiale inizia con la definizione di salute da parte dell’organizzazione mondiale della sanità:

Stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni»

È certo che tutti aspiriamo a questo stato di “benessere emotivo e psicologico” e non sempre lo raggiungiamo ma pensate a quanto difficile deve essere per le persone affette da disturbi psichici.

Le malattie mentali sono varie e di varia natura e comportano sofferenze indicibili sia per le persone stesse che per i familiari. Quando i sintomi diventano cronici ne risente tutto il nucleo familiare, che facilmente si disgrega. Spesso rimane un unico genitore a sostenere il fardello psichico e il peso economico con la perenne preoccupazione del “dopo”.

Eppure le evidenze dimostrano che tutti possono migliorare la qualità della propria vita, che molti guariscono anche da malattie molto gravi, e che per molti altri si può raggiungere un livello di resilienza, cioè, di capacità di tenuta che permette di costruirsi una vita soddisfacente e di andare avanti dopo momenti di crisi.

 

Cosa serve dunque?

Le statistiche ci dicono che la componente farmacologica, quando necessaria, non incide più del 10-15%. Però quanta responsabilità per gli psichiatri che si concentrano quasi esclusivamente su questa! Occorre che la prescrizione sia appropriata, che sia monitorata e aggiustata attentamente perché ogni persona è diversa dall’altra, ogni periodo della vita è particolare e tutti ormai sappiamo quanto siano pesanti e talvolta invalidanti gli effetti collaterali dei farmaci. Non sempre questo avviene. Il resto del “lavoro sanitario” dovrebbe puntare a quello che viene definito dalla parola inglese empowerment – “dare potere”, mettere in grado di, o meglio “aiutare le persone a scoprire le proprie potenzialità, a recuperare la propria autostima, a prendersi le responsabilità della propria vita. Le associazioni rimproverano l’approccio ancora massicciamente ambulatoriale. Le attività riabilitative importantissime e di buon livello che sono state messe in piedi anche all’interno dell’unità funzionale sono considerate da parte degli psichiatri solo come forme di intrattenimento e quindi perdono di efficacia.

Molti pazienti e familiari dei nostri servizi si lamentano di essere trattati con paternalismo e poco rispetto, della mancanza di empatia, dei tempi di attesa interminabili. Sostengono di non ricevere informazioni né sui farmaci, né sui servizi, né sui loro diritti.

Le normative regionali si ispirano ad una visione più innovativa ma la Regione non prescrive misure impositive e le normative vengono poco applicate. I piani sociosanitari regionali prevedono da più di dieci anni i progetti individuali personalizzati. Questo comporta una presa in carico continuativa di più figure professionali ma gli psicologi sono diventati merce rara con molteplici mansioni anche fuori dell’unità funzionale e il lavoro di èquipe è inesistente. Le verifiche dell’efficacia del progetto sono considerate burocrazia e i pazienti non sono gli attori protagonisti del proprio progetto di vita come dovrebbe essere.

Ma allora è solo colpa degli psichiatri? Sicuramente no.

Per essere efficaci i progetti riabilitativi hanno bisogno di quel restante 85-90% che dipende dal socio-sanitario, previsto fin dal 1997 e mai attivato con efficacia. Gli operatori della psichiatria sono sempre stati in trincea, praticamente soli a gestire le emergenze e piano piano si sono occupati solo di quelle arrivando alla convinzione anche inconscia che bisogni soltanto attutire i sintomi perché tanto le persone non migliorano. E allora l’uso massiccio dei farmaci sembra essere l’unica soluzione. Negli ultimi anni è stata anche eliminata la supervisione esterna con la convinzione che fossero “soldi buttati via.”

Gli uffici, i referenti, le amministrazioni con cui gli operatori della salute mentale si devono interfacciare sono innumerevoli, la burocrazia eccessiva e i tempi si allungano in maniera spropositata.

Contiamo sulla società della salute per delineare chiaramente i processi interni ai servizi sanitari e a quelli socio-sanitari, con la designazione dei responsabili del processo e la comunicazione chiara ai cittadini sui dirigenti e funzionari da contattare. Diventa sempre più necessario creare una modalità chiara, trasparente e “integrata” per veicolare le informazioni ai cittadini e facilitare l’accesso ai tutti i servizi.

Devono essere applicati alcuni strumenti già previsti:

  1. Accesso diretto alle cure senza passare o dal medico di mmg o dal CUP.   A Pistoia questo non avviene dalla primavera scorsa e di settimana in settimana viene rimandato il provvedimento.
  2. Carta dei servizi ASL obbligatoria per l’accreditamento: non esiste a Pistoia per la salute mentale (le informazioni sul sito ASL risalgono al 2011 e sono obsolete e non illustrano i percorsi e i referenti per i cittadini)
  1. Un operatore ogni 1500 abitanti: Pistoia ne ha il numero più basso di tutta la Toscana, vertiginosamente diminuito dal 2012. Eppure è opportuno ricordare che in salute mentale non c’è bisogno di apparecchiature costose, solo di operatori ben formati e motivati. Questo ha portato ad un ricorso massiccio delle convenzioni con fornitori esterni, fatte da pacchetti di prestazioni senza progettualità e senza verifica di efficacia. Una grande lacuna si rileva per quanto riguarda l’Unità funzionale Infanzia e Adolescenza che ha pochissimi neuropsichiatri infantili e nessun educatore. Ne era stato finalmente promesso uno ma non hanno fatto in tempo a firmare tutte le carte prima che dal direttore generale si passasse al commissario).Nel gruppo di lavoro sono stati segnalate emergenze riguardo all'intercettazione del disagio giovanile, ai problemi degli autistici al momento del raggiungimento della maggiore età e all'aumento delle doppie diagnosi con dipendenze oltre che da sostanze stuoefacenti da fumo, alcool e gioco d'azzardo.
    1. Ripartizione spese del fondo regionale: sbilanciata a Pistoia in favore dell’ospedale rispetto alla percentuale consigliata dalla Regione
    2. Spesa sanitaria per la salute mentale mai superiore a 3,2-3,3% a Pistoia mentre dovrebbe essere 5% per la legge nazionale, 4,5% per la Regione Toscana
    3. Integrazione socio-sanitaria prevista fin dal 1997: non attivata nella sostanza a Pistoia nonostante sia irrinunciabile per attivare strumenti riabilitativi e socialmente inclusivi
  2. Abitare supportato verso l'autonomia: è assolutamente inadeguato per arretratezza dell’impostazione riabilitativa, indifferenza dell’amministrazione ASL e tirannia dell’ufficio tecnico ASL, linee guida regionali troppo generiche, disattenzione politica, progettuale e amministrativa da parte dei comuni
  3. Lavoro: le azioni messe in atto a Pistoia sono clamorosamente inefficaci (corsi, corsi, corsi senza mai introdurre le persone nel mondo del lavoro)  
    1. Amministrazione di sostegno: è uno strumento piuttosto nuovo ideato per sostenere i percorsi di autonomia alle persone con fragilità ma non ben capito e a volte mal utilizzato. Il lavoro di informazione e di mediazione costruito dal centro antidiscriminazione della provincia era veramente una buona pratica ma ora è stato drasticamente ridimensionato.

Bisogna operare anche per la socialità :

  • costruire e rinforzare reti sociali,
  • creare spazi polivalenti,
  • combattere il pregiudizio e lo stigma con azioni inclusive all’interno di una progettualità condivisa con chi questi bisogni li vive.

 

 

Conclusioni:

  • Alla Società della Salute chiediamo lo snellimento della burocrazia   e l’azzeramento dei tempi morti. Chiediamo che i cittadini siano resi maggiormente protagonisti nelle decisioni che riguardano la loro sfera personale e la loro salute. È assolutamente irrinunciabile investire sulla formazione a tutti i livelli, inserendo la verifica dell’efficacia ad ogni livello, per giungere alla progettualità condivisa
  • Al dipartimento di salute mentale chiediamo di coinvolgere tutti gli operatori nell’individuare la visione e la missione del servizio secondo le evidenze di buone pratiche riabilitative che diano ampio spazio al protagonismo delle persone e si dedichino a considerare la persona nel suo insieme di mente, corpo e umanità.

Nell’augurare buona vita a tutti ribadisco che non c’è salute senza salute mentale.

Kira Pellegrini, presidente dell'associazione Oltre l'Orizzonte

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11-16 dicembre Scrivere se stessi

Pubblicato il 12 Dicembre 2015

Scrivere se stessi

l’autobiografia per il benessere psichico

per riconoscersi e conoscersi di nuovo

per ritrovarsi e ritrovare creatività e talenti

La sofferenza mentale come tappa e non come destino

11 dicembre 2015  ore 16-19.30 Circolo N. Puccini - tel. 0573 400180 Capostrada - Pistoia

Incontro con gli autori

16.00 - Ringraziamento agli autori- Kira Pellegrini - presidente di Oltre l'Orizzonte

16.30 - Saluti del Dipartimento di salute mentale - dott. Vito D’Anza, coordinatore

16.45 - Letture tratte dalle autobiografie

17.15 - Commenti liberi degli autori

18.00 - La lunga esperienza con Oltre l'Orizzonte - prof. Rita Gualtierotti - esperta in metodologie autobiografiche

18.30 - La documentazione: dal manoscritto alla stampa - Daniela Papini, volontaria di Oltre l’Orizzonte

18.45 - Il progetto "Scrivere se stessi" e Oltre … - Kira Pellegrini

19.00 - Saluti - Marcello Magrini, presidente delegazione Cesvot Pistoia

                     - Daniele Mannelli, responsabile Zona Distretto Pistoiese ASL3 e della Società della Salute Pistoiese

19.30- Conversazione fra gli intervenuti

20.00 - Cena con gli autori

16 dicembre 2015 ore 15-18.30  Sala Sinodale del Palazzo dei Vescovi Piazza Duomo - Pistoia

Riflessioni con esperti

15.00 - Presentazione del progetto "Scrivere se stessi" - Kira Pellegrini - presidente associazione Oltre l'Orizzonte

15.30 - Letture tratte dalle autobiografie e testimonianze degli autori

16.00 - Ad ogni vita il suo racconto- prof. Rita Gualtierotti, esperta in metodologie autobiografiche

16.30 - Sopravvivere alla catastrofe: le storie di guarigione nella psichiatria di comunità - dott. Giuseppe Tibaldi, CSM ASLTO2

17.15 - Il racconto della vita: ascolto e trasformazione - dott. Andrea Bonacchi - medico, psicologo clinico e psicoterapeuta

17.45 - Quando il narrarsi diventa prendersi cura di sé: frammenti di una esperienza - prof. Fiorenzo Gori

18.00 - Saluti di Samuele Bertinelli, sindaco di Pistoia e presidente della società della salute

Con il patrocinio di  fondazionecrpt_logo_2012_small

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11 settembre 2015 - Ragazzi del venerdì

Pubblicato il 14 Settembre 2015

È ricominciata l’attività di socializzazione anno 2015-2016 

Il gruppo auto-gestito è coordinato da Marco Fiorentini

 Buon cibo, chiacchiere, incontri con esperti,

uscite su proposte nostre e vostre e altro…

a noi i costi

a te il divertimento e l’impegno per far riuscire la serata

Vuoi venire anche tu?

Villino Perseo, Viale Petrocchi (Pistoia) 

Per contatti: Oltre l'orizzonte - tel.: 328-9081569

 

 

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10 settembre - Precisazioni di Oltre l'Orizzonte

Pubblicato il 12 Settembre 2015

lettera a La Nazione 10 settembre 2015_1 (2)

Vorrei fare alcune precisazioni riguardo al patto territoriale per la salute mentale firmato formalmente il 3 settembre dai massimi esponenti delle società della salute di Pistoia e Valdinievole e dalle associazioni di volontariato che si occupano della tutela dei diritti dei sofferenti psichici e dei loro familiari. (altro…)

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5 settembre -Dichiarazione del dott. Vito D'anza

Pubblicato il 12 Settembre 2015

Un team di specialisti di varie professioni, psichiatri ma anche infermieri e educatori, che seguano il paziente insieme, e poi un alloggio e un percorso di inserimento nel mondo del lavoro. Sono questi gli obiettivi che il Patto per la Salute mentale si prefigge di realizzare per i pazienti psichiatrici complessi, seguendo l’indirizzo che oggi, in termini tecnici, si chiama “Recovery”, una sorta di reintegro, meglio una ripartenza del paziente. In prima fila il Dipartimento di Salute mentale dell’Asl 3 di Pistoia, guidato dal dottor Vito D’Anza, insieme con la Provincia, le due Società della Salute e le associazioni di volontariato nelle quali sono impegnate le famiglie e gli stessi malati. A illustrarci questo importante passaggio è il dottor Vito D’Anza, che dal 2008 è alla guida del Dipartimento.

Dottore, da dove è scaturita l’esigenza di questo patto formale di collaborazione tra Asl, Società della Salute, Comune e Associazioni di volontariato? 

«I bisogni dei pazienti cambiano col tempo. Questo è vero per qualsiasi patologia, e lo è ancora di più per quelle psichiatriche. Per questo abbiamo sentito il bisogno di creare un sistema capace di rispondere a questi cambiamenti e strutturato in modo da recepirli di volta in volta. Oggi i servizi che rientrano nella Psichiatria clinica sono il 30 per cento del sistema: il restante 70 per cento dei servizi rientra nelle azioni di quel sistema che chiamiamo Salute mentale. Mi spiego meglio. Oggi non si parla più di guarigione per il paziente psichiatrico, ma di ripartenza, cioè, dopo la fase clinica di cura farmacologica, e accanto a questa, si tratta di garantire alla persona quei necessari supporti per ricostruire e guidare in maniera sempre più autonoma la propria vita».

 Quali sono questi supporti? «Gli stessi che costituiscono le basi su cui si costruisce l’identità sociale di una persona: una autonomia abitativa, cioè un alloggio sicuro e supportato da personale competente che vi possa accedere al bisogno, e un lavoro, sia pure e ben venga se garantito all’interno di una delle tante cooperative di tipo B, che hanno finora dato esempi da seguire per l’inserimento dei pazienti psichiatrici, e che sono formate spesso dalle stesse famiglie».

 Quali sono le azioni in concreto che il patto promuoverà? «Le azioni sono sostanzialmente di tre tipi. Per prima cosa, il team che seguirà il paziente, sarà multidisciplinare: ci sarà lo psichiatra, l’educatore professionale, l’infermiere. L’équipe, incaricata di mettere a punto un percorso personalizzato per il paziente, si riunirà ogni tre mesi, in modo da avere sempre il punto della situazione del soggetto. Quanto al piano abitazione, oggi si tende a diminuire i ricoveri in comunità terapeutiche, perché abbiamo visto che la riabilitazione in questa sorta di ambiente virtuale, che sospende la vita autonoma del paziente, è sempre meno efficace. Per questo, continueremo a realizzare appartamenti supportati, ovvero alloggi ai quali possa accederà personale autorizzato, che visiterà e darà supporto ai pazienti, i quali in questo modo avranno comunque una casa propria. Il Comune di Pistoia ha fatto molto in tal senso in questi anni. Abbiamo 8 piccoli appartamenti in via Bonfante e altri 3 sono stati ristrutturati in via Tomba, grazie all’impegno della giunta Bertinelli, oltre a 3 Villini Desii. Infine, c’è ilpercorso di inserimento nel mondo del lavoro che, per un paziente psichiatrico, dà risultati più efficaci di qualsiasi terapia farmacologica. Il lavoro, infatti, costituisce il primo tassello dell’identità di una persona e del suo riconoscimento e inserimento sociale. Negli ultimi tre anni anni, grazie alla legge 68 del 1999, che ha istituito percorsi agevolati per l’occupazione di persone disabili, siamo riusciti a dare un lavoro a dieci pazienti psichiatrici. Una grande mano la possono dare in tal senso le Cooperative di tipo B, come la cooperativa Alba a Pisa, che ha preso in gestione un bagno. A Pistoia, penso a quanto queste persone potrebbero fare per esempio nel turismo e nelle attività connesse alla cura del verde pubblico». 

La Nazione

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4 settembre: il patto sul quotidiano

Pubblicato il 12 Settembre 2015

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Promuovere e realizzare percorsi di inclusione sociale, a tutti i livelli, delle persone con disagio psichico è il filo conduttore del Patto per la Salute Mentale, il corposo documento programmatico che oggi pomeriggio è stato sottoscritto dalla Provincia di Pistoia, dalle Società della Salute di Pistoia e della Valdinievole, dalla Azienda USL3 e dalle Associazioni di Volontariato.

Il Patto è frutto di un lavoro durato diversi mesi, nel corso dei quali sono stati analizzati dati di attività e le problematiche cliniche presenti sul territorio, rilevate criticità e valutata l’efficacia dei servizi socio sanitari presenti nella Provincia pistoiese, coinvolgendo una molteplicità di soggetti: principalmente gli stessi utenti ed i loro familiari.

Sarà data vita ad una rete, diffusa e coordinata in tutta la Provincia di Pistoia, per offrire in qualsiasi contesto territoriale, gli stessi servizi e le medesime opportunità di cura, terapia e riabilitazione, alfine di evitare vuoti assistenziali e abbandoni (i cosiddetti “persi di vista”).  

Promosso dalle Associazioni di Volontariato Oltre l’Orizzonte, Solidarietà e Rinnovamento, Bella Mente e Albatros, d’intesa con le istituzioni del territorio, il documento, subito dopo la firma, diventerà operativo con una serie di iniziative che vedranno attivamente coinvolti, per la prima volta in modo sinergico, gli enti istituzionali: i firmatari, infatti, si sono impegnati a sostenersi e a raccordarsi tra loro, perseguendo tutti gli stessi fini che sono quelli di sviluppare ancora di più la prevenzione e  migliorare la qualità della vita delle persone affette da disturbo psichico. 

L’aspetto etico e politico dei diritti e della uguaglianza tra cittadini costituisce, infatti, l’assunto di base su cui è stato costruito l’intero Patto.

Dall’identificazione precoce delle patologie neuropsichiatriche evolutive ai monitoraggi periodici sul rischio suicidario, da una migliore accoglienza all’interno dei centri di salute mentale (a Pistoia e Montecatini), con erogazione anche di prestazioni urgenti (per evitare gli accessi ai pronto soccorso), all’aumento dell’offerta di residenzialità che diventa differenziata per intensità riabilitativa, sono molteplici le aree di intervento a carattere prioritario individuate dal gruppo di lavoro.

Per ogni obiettivo è stata operata un’attenta ricognizione della situazione esistente, per capire cosa non funzionava e dove si doveva intervenire ancora meglio per dare una risposta più efficace ai bisogni della popolazione.

L’intervento a carattere sanitario resta ovviamente di competenza della AUSL3 (con i relativi servizi di salute mentale infanzia e adolescenza, adulti e tossicodipendenze) e quello sociale delle amministrazioni comunali: la novità sostanziale è che le Società della Salute faranno da referente unico per il processo di integrazione socio-sanitaria.

Equità di accesso alle cure, prese in carico precoci dei pazienti, percorsi assistenziali condivisi e integrati a livello provinciale, diritto alla casa e al lavoro, sviluppo e trasformazione delle potenzialità personali, sono le parole “chiave” che accompagnano ogni azione dell’innovativo progetto. Si punta anche ad un maggiore sostegno e coinvolgimento delle famiglie ed a un ruolo più attivo delle istituzioni, dei servizi e dei professionisti che, a vari livelli, potranno intercettare potenziali situazioni a rischio (per esempio scuole, consultori, medici di famiglia e pediatri, educatori, ecc…). 

4 settembre 2015

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Sede Via Macallè, 19 - 51100 Pistoia

Associazione di volontariato

Iscrizione all’albo regionale del volontariato con determina n. 205 del 18 aprile 2000

Codice Fiscale 90026840471

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